Vita da nomade: la storia di Federico

Federico nasce a Rovereto, in provincia di Trento, e per trentasei anni conduce una vita che sembra voler essere identica a quella di chi gli sta intorno: casa, lavoro, piccole distrazioni per anestetizzare un senso di vuoto che non vuole ascoltare. «Mi svegliavo con l’idea che sarei dovuto sempre andare avanti così, senza alternative. Ma dentro di me qualcosa urlava. Era un’insofferenza silenziosa, ma costante: la sofferenza di un’anima in gabbia».

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Una vita in viaggio: la storia di Stefano

«Amavo giocare a calcio e speravo di farlo diventare un lavoro, mentre cercavo di mantenermi con svariati lavoretti, spesso sottopagati» racconta Stefano, nato nel 1991 ad Asti dove cresce. «Il dolore più grande della mia vita è stato non essere capito per molto tempo dalle persone a me più vicine. Lavoravo in condizioni per niente dignitose, stavo vivendo una relazione tossica e il calcio non mi stava portando in nessuna direzione. Proprio in quel periodo capii che mi serviva una svolta. Feci così il mio primo viaggio in solitaria negli Stati Uniti. Andai dapprima in Canada, dove lavorai qualche mese, per poi affittare una macchina e partire per un piccolo on the road, direzione Los Angeles. Per la prima volta mi sentii davvero libero da ogni catena e capii che avrei voluto continuare a replicare quella sensazione per il resto della mia vita».

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Lasciare il lavoro a 44 anni per viaggiare: la storia di Claudio

Claudio nasce a Melzo in provincia di Milano in un mercoledì d’inverno del 1979. Cresce in una famiglia di quella che fu la media borghesia e trascorre le estati in villeggiatura tra il lago Maggiore e quello di Garda. A diciassette anni abbandona gli studi per iniziare subito a lavorare. Pentito di non aver conseguito il diploma, inizia a frequentare la scuola serale e in due anni si diploma per poi dare il via a diciannove anni di ottima carriera nel settore chimico. 

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Viaggiare e incoraggiare le donne: la storia di Chiara

Chiara ha venticinque anni e nasce a Genova in una famiglia di artigiani e viaggiatori. Forse è proprio da loro che ha ereditato il grande sogno di vedere il mondo. «I miei nonni erano dei viaggiatori, viaggiavano quasi sempre in Asia, e ricordo come fosse ieri le serate passate a guardare le diapositive delle loro avventure» racconta Chiara. «Anche i miei genitori viaggiavano molto e spesso portavano con sé me e mia sorella. Insomma, viaggiare è sempre stata una passione di famiglia, anche se era visto come un semplice “andare in vacanza”. Per me è qualcosa che va oltre. I miei bisnonni, i miei nonni e mia mamma sono sempre stati artigiani, parrucchieri per la precisione, e avrebbero desiderato che io continuassi l’attività di famiglia. Ma fin dall’adolescenza è stato chiaro che la mia “casa” era il mondo. Sono sempre stata una grande sognatrice con la testa tra le nuvole, o sugli aerei!».

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Una casa su ruote: indirizzo Mondo

Katia è da sempre uno spirito nomade e ribelle che già a sedici anni dà inizio alla sua vita all’estero, ma si innamora di Ale, la cui felicità trova sicurezza in una vita ordinaria. Totalmente agli antipodi, per soddisfare le esigenze di entrambi, mettono su casa, ma una casa speciale: una casa su ruote!

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La mia vita in Egitto: la storia di Flora

«Stavo attraversando un momento molto difficile» racconta Flora. «Avevo perso il lavoro e la mia amata Napoli viveva anni complessi. Ero in piena crisi esistenziale, quando mi offrirono lavoro a Sharm el-Sheikh. Mi trovai quindi di fronte a una decisione che mi costrinse a rimettere in discussione la mia intera esistenza. Da tantissimi anni viaggiavo in Egitto e si può dire che ero ormai di casa, ma ben diversa era l’idea di trasferirmi senza avere certezze. Fu un momento di grande paura: paura della solitudine, paura di non farcela, paura di fallire. Fin da bambina avevo sempre avuto grandi responsabilità, ero diventata anche mamma molto giovane e avevo cresciuto mio figlio da sola. L’idea di lasciarlo mi terrorizzava.

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Viaggiare grazie a Trusted House Sitters: la storia di Miriam

Miriam, giovane viaggiatrice solitaria, è un concentrato di esperienze e passioni che ha accumulato nel corso degli anni. Da otto mesi ha intrapreso un viaggio senza una data di ritorno e attualmente si trova in Medio Oriente. Scopriamo insieme a lei come viaggiare risparmiando, tra curiosità sul mondo arabo e pregiudizi sulle donne in viaggio.

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Vivere di viaggi e scrittura: la storia di Maricla

Maricla ha trentanove anni e vive in Cambogia ma nasce e cresce in un paesino in provincia di Livorno, in Toscana, in una famiglia disfunzionale e in un ambiente in cui non riceve supporto, nemmeno in quello scolastico. «Sin da piccola, ho sempre avuto il sogno di fare la scrittrice e vedere il mondo, ero una bambina che difficilmente si conformava, amavo stare sola e per questo sono sempre stata etichettata come “pazza” o “strana”» racconta Maricla. «In realtà penso di essere sempre stata una persona altamente sensibile. Sono molto introspettiva, non ho paura di stare da sola e non ho mai voluto riempire la solitudine con “gente a caso”. A volte ho il dubbio di avere un’anima antica. La mia vita in Italia si potrebbe riassumere in una parola: soffocamento. Quando sei in un ambiente in cui non ti senti supportato e in cui non puoi essere te stesso, le opzioni sono due: rimanere e morire dentro, oppure andare via e dispiegare le ali».

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Un’italiana tra i Maasai: la storia di Erika

Erika Tola nasce a Treviso nel 1977 e da fin da bambina sente un grande richiamo da parte della natura. Cresce divisa tra Sardegna e Orvieto, ma il suo cuore ha sempre scelto Orvieto, cittadina verde a misura d’uomo. A diciannove anni inizia a lavorare come manager project informatico in una grande azienda. Il lavoro le piace, ama organizzare, gestire e portare a compimento progetti, ma dentro desidera qualcosa di diverso, qualcosa di più. Oggi Erika vive in Tanzania in un piccolo villaggio maasai vicino a Handeni e ospita i viaggiatori curiosi di scoprire e vivere questa meravigliosa terra.

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Viaggiare per conoscere da vicino: la storia di Caterina

Caterina Giordano vive in una piccola città a metà strada tra la Costiera Amalfitana e Napoli. Laureata in editoria, è giornalista e da dieci anni lavora nel settore dei social e della comunicazione. «Ho da sempre vissuto in questa piccola città di provincia che mi è sempre stata molto stretta. Ero diversa dal contesto in cui vivevo e sentivo di non riuscire a esprimermi pienamente, non riuscivo a trovare la mia chiave. E il mio spazio. Mi sentivo in gabbia».

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Dal sogno australiano alla realtà italiana: la storia di Serena

Serena ha trentatré anni e cresce a Torino, dove vive fino al 2014. In quel periodo studia alla magistrale di psicologia criminologica e forense, e tutto attorno a lei le sta stretto. «Soffrivo di ansia e depressione» racconta Serena. «Non mi sentivo nel posto giusto, vivevo in una realtà che sentivo non appartenermi e il solo pensiero di dover trascorrere tutta la mia vita a Torino mi soffocava. La monotonia giornaliera mi uccideva. La depressione peggiorava. Sentivo che poteva esserci tanto altro e che l’unico modo per scoprirlo fosse allontanarmi da quella routine. Avevo bisogno di cambiare l’ambiente circostante per cambiare il mio io interiore e iniziare a stare bene. Dentro di me non sapevo se sarebbe stata la scelta giusta, ma sapevo che dovevo farlo. E così sono partita».

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Viaggiare per realizzare il proprio ikigai: la storia di Filippo

Filippo ha trentadue anni, è nato a Vezzano Ligure, in provincia di La Spezia. «I miei genitori non navigavano nell’oro, ma non mi hanno mai fatto mancare niente, ho sempre avuto tutto quello che volevo. Sono stato molto fortunato ad avere genitori come i miei.» Amato e coccolato, Filippo trascorre la sua infanzia giocando a calcio per le strade tranquille e sicure del paese. Cresce con il solito piccolo gruppo di amici, per poi intraprendere il suo primo vero grande “viaggio” verso la città per andare alle scuole superiori.

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Sognavo una vita sotto le palme: la storia di Marica

«Da piccolina costruivo palme di carta e creavo piccole baie con la sabbia. Tutti si domandavano dove avessi visto certe cose. Quando mi domandavano: “Ti piacciono le palme?”, io rispondevo: “Un giorno mi ci metterò sotto a queste palme e il vento mi porterà via”» racconta Marica, cinquantanove anni, originaria di Rimini, che da ormai vent’anni vive a Watamu, un villaggio costiero del Kenya. «Oggi ho la casa che sognavo da bambina, Giulia House, dove ospito turisti e viaggiatori. Ma quello che posseggo e di cui sono più orgogliosa è l’esperienza della mia altalenante esistenza».

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Viaggiando ho trovato la stabilità economica e l'amore: la storia di Ilaria

Ilaria ha trentaquattro anni e, dopo molte tempeste, ha realizzato il suo sogno di viaggiare per il mondo grazie alla sua professione di Stew/Cook. «Ho sempre avuto un grande amore per il mare, d’altra parte sono nata e cresciuta a Genova, città portuale, un po’ ostile per chi è solo di passaggio. Ho iniziato a lavorare come cameriera nel baretto di quartiere durante i weekend per pagare gli studi all’università. Presa la laurea in scienze motorie, ho poi lavorato per molto tempo come personal trainer e insegnante di yoga in diverse palestre, ma sentivo di essere nata per fare molto di più. Per andare lontano. Desideravo una vita straordinaria».

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Viaggiare dopo il lutto: la storia di Lucia

Lucia ha trentadue anni, è originaria di Napoli e per molti anni ha vissuto all'estero, prima in Spagna e poi in Repubblica Dominicana. Dopo la morte della mamma e una storia finita male, oggi vive da nomade digitale insieme alla sua cagnolina Luna lavorando come copywriter.

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